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Studiare la storia del Mediterraneo e L’isola che non c’è. Geografie immaginarie fra Mediterraneo e Atlantico
14 Luglio @ 20:00
Simonetta Castia e Roberta Morosini dialogano con gli autori Egidio Ivetic e Antonio Musarra
I LIBRi
Studiare la storia del Mediterraneo, di Egidio Ivetic (Il Mulino, 2024) _ In che modo la storia mediterranea differisce da altre interpretazioni della storia? È possibile scrivere una storia mediterranea che non sia eurocentrica? Con quali strumenti gli storici possono confrontare diverse società, affrontare il tema delle interconnessioni e gli aspetti politici e culturali di questa area complessa e in continua evoluzione? La storia del Mediterraneo si sta affermando come una materia specifica. Il volume è una rapida introduzione a questo approccio storiografico, per comprenderne le ragioni e le caratteristiche fondamentali.
L’isola che non c’è. Geografie immaginarie fra Mediterraneo e Atlantico, di Antonio Musarra (Il Mulino, 2024) _ Le Isole Fortunate, l’Ultima Thule, l’isola di San Brendano, Antilia, Hy-Brasil, e con esse molte altre, non sono unicamente elementi geografici: sono luoghi simbolici e fantastici che per secoli hanno attratto gli uomini del Mediterraneo animati dal desiderio di dare forma alla propria immaginazione
Semplici scogli, atolli, ampi agglomerati, veri e propri continenti: la vicenda delle isole e del loro ritrovamento ha animato i viaggiatori e affascinato i letterati. Cristoforo Colombo afferma d’averne incontrate 1.400, secondo una lettera di papa Alessandro VI; 1.700, stando, invece, a un messaggio inviato ai reali iberici. Numeri, questi, assai inferiori rispetto a quelli contemplati per l’Oceano indiano da Marco Polo – ben 12.700 – o dal domenicano Guglielmo Adam – 20.000. Questo libro ricostruisce la storia avventurosa e fantastica della ricerca delle isole in età medievale, in un Oceano che era il luogo del possibile e dell’impossibile. Ne emerge un grande racconto sospeso tra immaginario e conoscenze che si ampliano, tra «scoperte», «conquiste» – spesso devastanti – e reiterate delusioni, legate al desiderio, utopico e mai sopito, di vedere mutata in realtà la sostanza dei propri sogni.